Fin dall’antichità la pianura bolognese è stata abitata e attraversata da numerosi popoli: tra le sue fertili campagne e i suoi canali rimangono tantissime tracce della sua lunga storia, da scoprire in questo itinerario che attraversa terreni ancora segnati dall’antica centuriazione romana.
Il nostro viaggio nella storia della pianura bolognese non può che partire dalle origini. Risale a circa 3300 anni fa la Terramara di Anzola dell’Emilia, un villaggio dell’Età del Bronzo dalla tipica forma quadrangolare e circondato da un profondo fossato, molto diffuso nella pianura padana centrale. Il Museo archeologico ambientale di Anzola è dedicato ai ritrovamenti di questo sito e restituisce attraverso reperti e ricostruzioni la vita quotidiana di una comunità molto ben organizzata, aperta a traffici e commerci, con svariate produzioni di una certa raffinatezza.
Il nostro itinerario tra i secoli si sposta nella frazione di Villanova di Castenaso, dove, fra il 1853 e il 1856, l’archeologo Giovanni Gozzadini scoprì e identificò le tracce di una delle principali culture della prima età del Ferro italiana, che di qui prese il nome di “Villanoviana”, considerata la fase iniziale della civiltà etrusca. Proprio nei luoghi dei primi ritrovamenti sorge il MUV – Museo della Civiltà Villanoviana, una notevole collezione che ospita i resti di una necropoli villanoviana, tra cui la "Stele delle spade", di grande interesse per la complessità della decorazione a basso rilievo che la caratterizza, ma anche corredi funerari, vasellame bronzeo e ornamenti personali. Completa il percorso di visita la ricostruzione a grandezza reale di una capanna villanoviana nel giardino del Museo.
Continuiamo a spostarci lungo la Via Emilia, strada di comunicazione di immensa importanza fin dall’antichità, per raggiungere Ozzano dell’Emilia. Qui un’area archeologica di grande interesse rivela l’antica esistenza della città romana di Claterna, un insediamento sorto nel II secolo a.C. che raggiunse dimensioni pari o superiori a quelle di Bononia (Bologna) e Forum Cornelii (Imola), prima di scomparire misteriosamente attorno al VI secolo d.C.
La singolare storia della città e le sue caratteristiche sono narrate attraverso ritrovamenti e ricostruzioni nel Museo di Claterna, collocato nel Palazzo della Cultura di Ozzano.
L’epoca romana ha lasciato molte tracce nella pianura bolognese: alcune rese evidenti da importanti ritrovamenti, altre solo documentate ma di grandissima suggestione per le popolazioni locali. È quest’ultimo il caso del Cippo di Sacerno, monumento che si erge tra le campagne di Calderara di Reno: una colonna che celebra il luogo dove, secondo l’interpretazione di alcuni testi storici, i tre generali romani Ottaviano, Lepido e Antonio si spartirono le province nel dominio di Roma alla morte di Giulio Cesare, dando vita al Secondo Triumvirato. Il nome stesso della località, Mezzomondo, che alla lettera significa "alla metà del mondo”, ci dà l’idea della fascinazione popolare attorno al luogo in cui quei grandi generali romani si spartirono -di fatto- il mondo.
Per l’ultima tappa del viaggio ci spostiamo a San Pietro in Casale, luogo dove la mostra permanente “Pianura romana. Villa Vicus Via” raccoglie e le testimonianze archeologiche di una zona che, specie in età augustea, dovette conoscere una fioritura notevolissima. Al centro del racconto l'abitato di Maccaretolo, con i suoi eccezionali rinvenimenti, ma anche ville rustiche e insediamenti agricoli dell’epoca. L’esposizione è ospitata nel Museo Casa Frabboni, recentemente riaperto dopo lavori di riqualificazione.