“Là dove c'era il ghiaccio ora c’è…”: mutuando una celebre canzone cantata da Celentano, con questi due itinerari giornalieri vi invitiamo a scoprire a piedi i laghi dell’alta Val Nure, nell’entroterra di Piacenza.
La sparizione dei ghiacciai ha infatti lasciato nell'alta Val Nure squarci di verde e piccoli laghi, da scoprire a piedi lungo sentieri adatti a tutti, che si snodano tra i boschi.
Una natura vivace e diversificata anima i sentieri che portano al Lago Moo, ormai privo di acque, al Lago Bino e, sull'altro versante, al Lago Nero.
Peculiari specie di fiori e piante prendono vita in questo ambiente raro, lontano dalle contaminazioni umane, dove gli incontri che si possono fare lungo il cammino sono per lo più animali.
Come base di partenza consigliamo di tenere la cittadina di Ferriere, che permette di raggiungere a distanza di pochi chilometri in auto l'imbocco dei due sentieri che vi proponiamo.
Il primo è un percorso di 6 Km all’andata e altrettanti al ritorno (in media 3+3 h di cammino): Canadello - Lago Moo - Lago Bino - Prato Grande.
Il secondo è un percorso ad anello di circa 7,5 Km in tutto (in media 4 h di cammino): Selva - Lago Nero - Buche - Selva.
Il primo giorno, una comoda stradina sterrata, chiusa al traffico dei mezzi motorizzati in ogni stagione, congiunge Canadello, a 3 km da Ferriere, al Lago Moo.
Volendo si può seguire anche il sentiero n. 021 del CAI, che coincide per lunghi tratti con la stradina, tagliando alcuni tornanti.
Dopo l’ultimo tornante si arriva davanti alla conca più estesa dell’Appennino piacentino, dove si trova un piccolo specchio ovale: “il Lago Moo” a circa 1100 mt di altezza.
Il laghetto, ormai estinto per l’invasione della flora palustre, si è formato grazie ai meccanismi geologici prodotti dal ghiaccio che scendeva dal Monte Ragola.
Proseguendo oltre l'area del Lago Moo, rimontando la pendice a oriente del lago si raggiunge una larga carrabile che porta al Lago Bino, di origine morenica, ovvero costituitosi da depositi dovuti all'antica presenza di un ghiacciaio.
A circa 100 metri più in quota rispetto al Moo, il Lago Bino ha una maggior portata d’acqua: una piscina naturale con vista sulla valle, le cui rive in parte accessibili si alternano a frammenti rocciosi che scivolano ripidamente in acqua.
Da notare la fioritura, a partire dalla primavera inoltrata, di numerosi ranuncoli, tritoni e ninfee, che danno un senso ancestrale al paesaggio: un luogo antico, incontaminato, dove la natura porta con sé antiche memorie delle proprie lente e continue trasformazione.
Lasciato anche il Lago Bino e superato il culmine del percorso, l’itinerario prosegue nel ripiano sospeso del Prato Grande, anch’esso di origine glaciale.
Si tratta di una vasta superficie erbosa che in epoche remote ospitava bacini lacustri, scomparsi per interramento e torbierizzazione. Qui si incontrano spesso mandrie al pascolo, uccelli d’alta quota come falchi e poiane, e la zona è anche ricca di funghi. Giunti quindi al termine di questo primo percorso, da qui basta ritornare sui propri passi per raggiungere Canadello.
Il secondo giorno, ripartendo da Ferriere si prosegue in auto per Selva e, a 3 km circa dall’abitato, si trova lungo la strada, sulla destra, un'indicazione per Bivacco Sacchi, Monte Bue e Fontana Gelata, da imboccare fino a raggiungere due ampi spiazzi ai fianchi della strada che consentono di parcheggiare.
Lasciata l’auto, si imbocca il sentiero 007 del CAI e, dopo circa una decina di minuti, ci si trova di fronte ad un bivio con indicazioni per Dogana, che si trascura.
Proseguendo nella faggeta in circa ¾ d’ora si arriva in località Fontana Gelata, ove naturalmente vi è anche una fonte.
Attraversando il ruscello a sinistra si trovano le indicazioni per il sentiero 011 del CAI per il Lago Nero, che offre suggestivi scorci sui monti circostanti.
Seguendo il sentiero nel bosco in circa ¾ d’ora si giunge infine all’incantevole Lago Nero, incastonato tra faggi e abeti bianchi e adagiato nella conca glaciale delimitata da una collinetta morenica d'origine glaciale.
Al di sotto, sulla destra, due vasti prati sono il risultato dell’interramento di due antichi laghi glaciali.
Per concludere l’anello ritornando verso Selva bisogna quindi imboccare il sentiero 001 e poi, da Le Buche, il sentiero 005 (in alternativa si può tornare da Lago Nero sui propri passi).