In una terra in cui la natura domina, regalando pace e ritmi lenti, la Land Art ha trovato terreno fertile per svilupparsi durante le tre edizioni del festival TERRENA.
Trovare tutte le opere è possibile seguendo un itinerario che, attraversando campagne, corsi d'acqua e piccoli centri, ne traccia una connessione.
Tutti i luoghi, passati e presenti, sono idealmente e fisicamente collegati dalle sculture-simbolo Semi di Terrena.
Il percorso unisce le tre opere realizzate per la terza edizione del festival, dedicato a Dante Alighieri, in occasione del 700° anniversario della morte del Poeta e ispirate alle tre cantiche della Divina Commedia, ai luoghi dove le opere delle passate edizioni si mostrano con i segni delle trasformazioni dettate dal tempo.
L’itinerario si può percorrere sia in bici che in auto, seguendo le indicazioni della mappa disponibile a questo link.
L'itinerario parte dall'opera "UNCIELO", collocata nel Parco Millegocce di Alfonsine: realizzata dall'artista Francesco Arena è ispirata al Paradiso dantesco. Simboleggia un pezzo di cielo caduto sulla terra, che, data la sua fragilità, decade dal suo stato di trascendenza: nel corso del tempo gli eventi atmosferici consumeranno l’argilla di cui è composto riportandola alla sua naturale origine di terra.
A Fusignano, nel Bosco delle lucciole, è conservata l'opera "P.02" di Enrico Minguzzi, che ha inserito nella natura elementi estranei, ma idealmente auto-generati dalla natura stessa.
A Villanova di Bagnacavallo, nei pressi dell'Ecomuseo delle Erbe Palustri, sorge una rivisitazione dell'opera realizzata dall'artista Joan Farré "La Ca de Mazapegul”, installazione a intreccio realizzata in salice e canna (materiali naturali tipici del fiume Lamone), che richiama il berretto del Mazapègul, il dispettoso folletto domestico della tradizione romagnola.
Nel Bosco Urbano di Conselice si trova l’opera dell'artista Elena Bellantoni "Pane e libertà", che è il risultato della sua riflessione sui Canti I e XXXI del Purgatorio dantesco ed approfondisce i temi legati alla dignità e al lavoro.
A San Patrizio di Monselice, lungo il Canale dei Molini, l'artista Oscar Dominguez propone un'installazione di environmental art dal titolo "Alma al viento”, legata al tema dell’equilibrio tra cielo e terra, tra vuoto e pieno.
A Massa Lombarda troviamo poi "Alberi murali", l'opera murale realizzata dall'artista Andreco presso il Circolo Polisportiva Massese.
Nel Grande Parco Vatrenus di Sant’Agata sul Santerno si trova l’opera "Traghetto" di Pasquale Ninì Santoro, ispirata al Canto III dell’Inferno dantesco, che prende spunto anche dal passato bizantino della cittadina.
Nel giardino della romantica Rocca Sforzesca di Bagnara di Romagna si innalza "Madre terra – Popoli", una scultura realizzata nel tronco di cedro radicato dell’artista Daniela Romagnoli, dedicata al tema della diversità.
Lugo, ultima tappa dell’itinerario, ospita due opere. La prima si trova al Parco del Loto ed è l'installazione in legno dell'artista Andreco (attualmente in fase di restauro -> tenere solo se si ipotizzano lunghi tempi di restauro) intitolata "Forma sensibile".
La seconda sorge presso il lago del Parco Golfera ed è l’installazione permanente di Laura Rambelli intitolata “La guardiana delle acque e le lucciole”, che rappresenta un serpente nella sua forma sinuosa con dei fiori di loto secchi di terracotta, che escono da steli di ferro immersi nel lago.